Marketing esperienziale e brand: emozionare clienti

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Marketing esperienziale e brand: emozionare clienti

Per essere di reale supporto alle aziende abbiamo imparato sulla nostra stessa pelle cosa voglia dire strutturare una strategia di marketing basato su storie efficaci, combinando strumenti fisici e digitali. Il marketing esperienziale, in questo senso, può essere d’aiuto per i brand. Vediamo questo che cosa significa.

Il marketing esperienziale e gli eventi, uno scenario in continua evoluzione

Selfie Box ha una delle reti di franchising più estesa sul territorio italiano nell’ambito del marketing esperienziale. Abbiamo elaborato prodotti in grado di assicurare il ritorno dell’investimento iniziale dopo soli pochi eventi, come il photo booth o il social printer, ma i cambiamenti del mondo rendono questo ambito oggetto di studio e approfondimento continuo. Il marketing esperienziale fa leva sulla sfera emotiva del consumatore o, più in generale, del target di riferimento. Il marketing esperienziale si è sempre più affinato per colpire in modo altrettanto efficace tanto il target B2C che B2B. Il marketing esperienziale permette infatti di “vivere” il brand tramite un evento capace di connettere il consumatore al marchio e ai suoi prodotti. Il fattore emotivo è una guida estremamente più potente della “pubblicità” tradizionale.

Inoltre, i prodotti esperienziali sono momenti che possono essere altamente personalizzati, affinché il consumatore si senta protagonista dell’evento e faccia quindi in modo da portare con sé e ad altri quell’esperienza positiva, anche quando l’evento è terminato. Il marketing esperienziale ci aiuta così ad ottenere quella famosa la memorabilità del marchio, sia esso un prodotto o un’azienda.

Gli scenari futuri – e futuribili – del marketing esperienziale vedono una sempre maggiore connessione tra lo strumento fisico e la dimensione digitale, integrando così le tecniche tradizionali del web marketing con l’esperienza. La realtà aumentata è uno dei tanti esempi di possibilità che vanno ad unire l’esperienza fisica con quella virtuale, come per esempio la Gravity Room, una stanza in grado di stravolgere la percezione dello spazio. L’experience aumentata è solo uno dei tanti strumenti con cui vendere le proprie proposte o prodotti, ma soprattutto agire sugli obiettivi di comunicazione.

Il marketing esperienziale nel business plan di una PMI

L’investimento sul marketing esperienziale si sta rivelando sempre più vincente per le piccole e medie imprese (PMI), che hanno una maggiore facilità nel profilare e raggiungere il proprio target-obiettivo, costruendo esperienze altamente personalizzate in funzione di obiettivi di business controllati e misurabili. Il marketing esperienziale non è solo l’arte di emozionare, ma una componente sempre più preponderante del marketing mix di una piccola e media impresa, che va contemplata a monte nel proprio business plan previsionale, ed elaborata in base a obiettivi precisi. Il marketing esperienziale, infatti, non è diretto necessariamente alla vendita o alla redditività, ma può essere finalizzato ad altri obiettivi del piano di comunicazione e di promozione di un’azienda, altrettanto importanti, come la brand reputation.

Per far sì che un evento di marketing esperienziale funzioni, gli obiettivi devono essere chiari e “smart”! Aumentare la consapevolezza del marchio attraverso gli eventi e le experience sono il primo punto da tenere in considerazione.

Altro aspetto fondamentale è la targettizzazione: essendo le experience altamente personalizzate, lo studio del target è determinante per la scelta dell’attività o dell’evento da costruire e proporre. Porsi le domande giuste ci aiuterà a costruire le buyers personas ideali e a finalizzare il prodotto maggiormente adatto a soddisfare la domanda, le esigenze o a risolvere criticità.

Il marketing esperienziale per le aziende, in sintesi

Affinché il marketing esperienziale sia efficace anche ai fini del B2B di un’azienda, il contesto è importantissimo. Un evento è un momento molto diverso da una fiera di settore, ad esempio, e quandanche gli interlocutori siano gli stessi, va valutato attentamente il loro sistema di attese ed aspettative.

Chi partecipa a una experience aziendale ha, presumibilmente, voglia e tempo di lasciarsi sorprendere e guidare in un percorso, anche se non comprende subito la natura dell’esperienza. Conoscere non solo il target generico, ma anche l’interlocutore specifico, può aiutare a strutturare le esperienze più efficaci.