Selfie 0.5, brutti ma virali! Come si sta evolvendo il solito “autoscatto”?

selfie in fiera

Selfie 0.5, brutti ma virali! Come si sta evolvendo il solito “autoscatto”?

Se sia l’evoluzione della tecnologia a determinare nuove mode o se sia invece l’evoluzione della moda stessa a influenzare il percorso della tecnologia è un po’ come la vecchia storia dell’uovo e della gallina.

Sicuramente gli smartphone e i nuovi tools che abbiamo tutti i giorni tra le mani aprono, più o meno accidentalmente, sempre nuove possibilità che determinano tendenze e componenti estetiche, specialmente nelle immagini.

L’arrivo dell’obiettivo grandangolare nelle fotocamere dei nostri cellulari, non di certo una novità nella storia della fotografia, ha sdoganato un utilizzo inedito e molto pop dell’ultra-obiettivo: il selfie 0.5, ovvero il selfie grandangolare!

GEN Z E SELFIE GRANDANGOLARE, QUANDO UNA GENERAZIONE INVENTA UNA TENDENZA

Sempre più liberi dalle regole patinate di Instagram, i giovani della Gen Z sono i veri sperimentatori del linguaggio del selfie.

Nonostante la famosa impostazione 0.5 nella fotocamera dei nostri cellulari esista già da qualche anno, è solo di recente che i classici selfie, da soli o in compagnia, vengono realizzati con l’obiettivo ultra-angolare. Il selfie 0.5 prevede un’apertura del diaframma dell’obiettivo maggiore che ingrandisce il campo visivo, riducendo la cosiddetta profondità di campo.

La messa a fuoco ravvicinata produce, di conseguenza, un ritratto distorto della persona o delle persone in primo piano nel selfie, un effetto «Bokeh» che deforma i volti e sfoca lo sfondo.

Se è così, allora perchè questi selfie, oggettivamente brutti, sono diventati così virali tra i ragazzi della Gen Z?

Autoironici e buffi, i selfie 0.5 sono il manifesto di una generazione che vuole prendere le distanze del passato, che vuole sentirsi libera dal dictat del selfie perfetto che spesso imprigiona i social network.

SELFIE 0.5: IL SELFIE DIVENTA SPONTANEO, CASUALE E ANTICONFORMISTA

Nessun filtro, nessun ritocco, nessun accorgimento nella postura e nelle espressioni: il selfie della Gen Z è spontaneo, vero, autentico, un modo per non essere più appiattiti ad un modello che ci vorrebbe tutti uguali, aderenti a canoni estetici spesso “aiutati” da manipolazioni successive dell’immagine.

La Gen Z utilizza il selfie non più come strumento di autocompiacimento, ma come presa di posizione, che prende le distanze dal conformismo estetico e visivo di cui la moda è ancora tanto impregnata.

Il selfie non è più uno scatto che deve essere ripetuto, controllato e ricontrollato all’infinito finché non siamo certi di essere al meglio delle nostre possibilità, ma spesso è determinato dalla casualità e dalla spontaneità del momento, senza forzature.

Il selfie inizia a sganciarsi dal gesto compulsivo e vanitoso per diventare un manifesto di libertà, di essere liberi di mostrarsi semplicemente come si è o, meglio ancora, come una caricatura di sé stessi. Per imparare a non prendersi troppo sul serio!